2 de junio de junio de 2014
Testo: Franz Bamert Foto: Arno Balzarini
Nel
cuore dei Paesi Baschi i cavalli sono allevati in piena libertà.
Quella
bella vita in libertà nel «Far West» d'Europa
LA SOSTENIBILITÀ
— Nei Paesi Baschi si allevano le specie equine con lo
stesso entusiasmo e passione come le mucche in Svizzera.
Una giornata lunga 15 ore non potrebbe concludersi in
modo più bello. José Antonio Indart fruga in 70 anni di ricordi, fra persone e
cavalli. Sul tavolo ci sono i resti di un pasto abbondante a base di
prosciutto, formaggio, salumi, frutta e vino. Ma a un certo punto l’allevatore
basco si interrompe: «Sentito il lamento? Sono i lupi. I cani da guardia sono
davvero affidabili, ma io vado a vedere un attimo. Alcuni puledri sono ancora
piccoli».
Paesaggio da Far West
Ha detto «un attimo», ma passano un paio d’ore. Non per i lupi. Ma per l’amore che José Antonio nutre per i cavalli e per la sua gioia di vivere sotto un cielo sconfinato, nel bellissimo parco naturale di Valderejo, nel cuore dei Paesi Baschi. In un paesaggio da Far West, su circa 400 ettari di pascolo, vivono in piccole mandrie circa 300 cavalle fattrici (cioè le femmine di razza destinate alla riproduzione), un paio di stalloni e relativa prole. I cavalli appartengono a razze autoctone da carne, quali Burguete, Jaca o Hispano-Breton. «Da noi mangiare carne di cavallo è usuale, è sempre stato così», dice Yosu Barbarena. «Questi cavalli fanno parte della nostra identità. Appena due settimane fa, a un’esposizione, José Antonio ha vinto dei premi».
Paesaggio da Far West
Ha detto «un attimo», ma passano un paio d’ore. Non per i lupi. Ma per l’amore che José Antonio nutre per i cavalli e per la sua gioia di vivere sotto un cielo sconfinato, nel bellissimo parco naturale di Valderejo, nel cuore dei Paesi Baschi. In un paesaggio da Far West, su circa 400 ettari di pascolo, vivono in piccole mandrie circa 300 cavalle fattrici (cioè le femmine di razza destinate alla riproduzione), un paio di stalloni e relativa prole. I cavalli appartengono a razze autoctone da carne, quali Burguete, Jaca o Hispano-Breton. «Da noi mangiare carne di cavallo è usuale, è sempre stato così», dice Yosu Barbarena. «Questi cavalli fanno parte della nostra identità. Appena due settimane fa, a un’esposizione, José Antonio ha vinto dei premi».
«Da sempre viviamo
per e con i cavalli» Yosu Barbarena,
allevatore
Rispetto dei cavalli
Yosu e i suoi tre fratelli sono amici e soci dell’anziano Jose Antonio. I Barbarena allevano i cavalli e li vendono – ora a Coop, in Svizzera. E lo fanno assicurandosi che tutto si svolga a regola d’arte, nel rispetto degli animali: dalle condizioni di allevamento al trasporto e alla macellazione. «Per ogni animale il mattatoio non è più lontano di circa due ore», dice Yosu. Ma prima di arrivare a questa destinazione, gli animali vivono da 15 a 17 mesi liberamente, su pascoli pressoché infiniti.
Quando la mandria galoppa, la terra trema sotto gli zoccoli; un animale adulto raggiunge fino a mille chilogrammi di peso. I cavalli si nutrono di latte, erba e basta. Solo poche settimane o qualche mese prima della macellazione, vengono trasferiti a gruppo nelle stalle a fronte aperto. Qui continuano a mangiare foraggio grezzo con una piccola quantità di cereali. Poiché in questa fase non debbono più cercare il cibo, gli animali aumentano di qualche chilo. Quando è arrivata la visita a sorpresa di Cooperazione, le stalle erano ricoperte di un alto strato di paglia; qui i cavalli hanno molto spazio pulito e stanno estremamente comodi. Alcuni di loro aspettano solo l’arrivo di Yosu per farsi ricoprire di carezze.
Non vi si spezza il cuore, quando questi animali se ne vanno via? «No», dice Yosu. «Noi viviamo dell’allevamento dei cavalli, ma viviamo anche con i cavalli e per i cavalli. È la nostra tradizione. Voi non fate lo stesso con i bovini?».
Yosu e i suoi tre fratelli sono amici e soci dell’anziano Jose Antonio. I Barbarena allevano i cavalli e li vendono – ora a Coop, in Svizzera. E lo fanno assicurandosi che tutto si svolga a regola d’arte, nel rispetto degli animali: dalle condizioni di allevamento al trasporto e alla macellazione. «Per ogni animale il mattatoio non è più lontano di circa due ore», dice Yosu. Ma prima di arrivare a questa destinazione, gli animali vivono da 15 a 17 mesi liberamente, su pascoli pressoché infiniti.
Quando la mandria galoppa, la terra trema sotto gli zoccoli; un animale adulto raggiunge fino a mille chilogrammi di peso. I cavalli si nutrono di latte, erba e basta. Solo poche settimane o qualche mese prima della macellazione, vengono trasferiti a gruppo nelle stalle a fronte aperto. Qui continuano a mangiare foraggio grezzo con una piccola quantità di cereali. Poiché in questa fase non debbono più cercare il cibo, gli animali aumentano di qualche chilo. Quando è arrivata la visita a sorpresa di Cooperazione, le stalle erano ricoperte di un alto strato di paglia; qui i cavalli hanno molto spazio pulito e stanno estremamente comodi. Alcuni di loro aspettano solo l’arrivo di Yosu per farsi ricoprire di carezze.
Non vi si spezza il cuore, quando questi animali se ne vanno via? «No», dice Yosu. «Noi viviamo dell’allevamento dei cavalli, ma viviamo anche con i cavalli e per i cavalli. È la nostra tradizione. Voi non fate lo stesso con i bovini?».
Carne solo da aziende controllate
Da lungo tempo Coop non importa più carne di cavallo da oltreoceano. In
quei Paesi non può essere garantito il rispetto delle disposizioni per la
protezione degli animali vigenti in Svizzera. Per questo, Coop vende
dall’inizio del 2013 solo carne di cavallo proveniente da aziende controllate
che si trovano in Francia; dal maggio 2014 anche in Spagna e da alcuni anni
(per piccole quantità) in Svizzera. Anche le aziende che si trovano in Francia
e in Spagna rispettano pienamente gli elevati requisiti di Coop per il
benessere degli animali: i controlli si basano sull’Ordinanza sulla protezione
degli animali svizzera e sono svolti in loco direttamente da Coop, dalla
cooperativa per l’importazione di carni e bestiame), nonché dal centro di
controllo indipendente SGS.